Luce a misura d’uomo
E’ molto più difficile rendere con delle buone foto l’illuminazione che vorremmo per il benessere e la qualità della vita un luogo in armonia con l’ambiente notturno in cui è immerso, sia esso cittadino che di mare, campagna o montagna. Cercheremo quindi in modo più semplice di mostrare con degli eccessi cosa non vorremmo più vedere o veder fare e che (ovviamente) ci rifiuteremo di realizzare.
Si ringrazia per le immagini: Alessandro Di Giusto, Jan Kondziolka
Non vorremmo più vedere: città e paesaggi urbani resi invivibili dalla quantità di luce, dalle emissioni moleste e abbaglianti e dalle inefficienze dei sistemi illuminanti impiegati.
Non vorremmo più vedere: centri storici “deturpati” da apparecchi a Lanterna o simil-storici impiegati a sproposito, senza senso della misura e quantità, con la sola scusa che richiamano l’illuminazione del passato anche dove tale illuminazione non è mai esistita in quella forma nel tempo. Non vorremmo inoltre vederli gialli (sodio), verdi (mercurio) o blu e bianco (LED), comunque monocolore, appiattiti, resi anonimi, senza differenze e senza anoma.
Non vorremmo più vedere: un ambiente naturale che anziché essere in armonia con le aree cittadine e elemento di sfogo delle stesse, anche notturno, diventa luogo di stravaganze ed eccesso spesso con le false scuse di sicurezza o estetiche. Tutto questo senza alcuna considerazione del fatto che flora e fauna sono gli elementi del territorio più fotosensibili.
Non vorremmo più vedere: una illuminazione “artistica” e architettonica che invece di esprimere il meglio della magnificenza umana, cancella la percezione del territorio, dell’architettura, interferendo inequivocabilmente con l’ambiente e tutto ciò che lo circonda. dove le forme e i dettagli scompaiono e si appiattiscono e dove tale magnificenza si traduce in sinistri fantasmi proiettati nel cielo.
Non vorremmo più vedere: una illuminazione privata o pubblica funzionale, debordante, senza definizione dei volumi, e senza emozioni, senza un piacere nell’osservarla, senza rispetto dell’uomo e del territorio.
Non vorremmo più vedere: una illuminazione forzatamente tecnologica del tipo a luce indiretta altamente inefficiente (rendimento < 24%), o dilagante incontrollata ed aliena senza riferimenti abbagliante e inquinante,
Non vorremmo più vedere: Una illuminazione a LED non progettata, e basata sul falso ideologico che i LED sono meglio sempre non importa di che colore sia la luce, non importa se abbagliante, non importa se disuniforme con evidenti problemi di sicurezza, o ancor peggio, ha tonalità di colore fisiologicamente da brivido (>3500K) installata ovunque senza differenze e ricerca, e oltretutto dannosa per l’ambiente e la salute umana.